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In ambito informatico con l’acronimo API si fa riferimento all’espressione Application Programming Interface

Nel settore aziendale la stessa assume un ruolo decisamente rilevante, poiché parte integrante a livello strategico della cosiddetta Digital Transformation. 

Questo particolare aspetto infatti – strettamente correlato alla programmazione software – consente di rendere più semplice il dialogo tra applicazioni, escludendo inutili ridondanze. 

Prima di comprendere nello specifico cosa sono le API, occorre fare una premessa: la programmazione software costituisce un linguaggio a sé e, in quanto tale, come ogni tipologia di idioma prevede una sintassi e uno stile di scrittura relativo al codice.

Ogni sviluppatore può abbracciare stili di scrittura differenti in funzione delle proprie competenze, abitudini ed esperienze.

Per agevolare questa attività esistono procedure standardizzate, in genere raggruppate in set di strumenti specifici, utili a portare a termine un determinato compito

Le API si collocano proprio in questo contesto: banalmente consentono alle singole applicazioni di dialogare tra loro in maniera immediata, semplificando il lavoro dello sviluppatore e rendendolo più agevole ed efficace.

Cosa sono le API o Application Programming Interface

Quale definizione è possibile attribuire dunque all’acronimo API? 

L’espressione Application Programming Interface indica le applicazioni che, mediante modalità standard, mostrano le funzionalità di altre applicazioni in modo tale da agevolarne la programmazione e l’integrazione

In parole semplici l’acronimo API, o Application Programming Interface può essere tradotto come “interfaccia di programmazione”

L’API permette dunque ai programmatori di accedere a determinate funzioni, rappresentando un vero e proprio punto di accesso a un altro software e consentendo a due o più programmi o applicazioni di comunicare tra loro, scambiare dati e impartire comandi. 

Al contempo anche un singolo programma o applicazione può essere concepito facendo sì che diversi moduli comunichino tra loro mediante l’uso di interfacce.

A cosa servono le API

Ad oggi sono sempre di più le aziende che scelgono di mettere a disposizione le API per agevolare l’accesso dei programmatori alle varie componenti software

Per citare qualche esempio, colossi quali SAP, Amazon e Google creano API rivolte a diverse aree di applicazione. 

Gli sviluppatori possono così utilizzare queste interfacce per eseguire le più svariate attività, quali inoltrare un comando al software e riceverne la risposta, inserire contenuti all’interno dei servizi web, e ancora utilizzare i codici delle app avvalendosi dell’interazione tra programmi, nonché monitorare gli accessi da parte di altri programmatori. 

Nel quotidiano, le API vengono ampiamente utilizzate nei servizi web.

Chi sceglie di prenotare un soggiorno può ad esempio fruire di motori di ricerca in grado di elencare tutti gli alberghi legati a una specifica destinazione e conoscerne i prezzi e la disponibilità in relazione alle date scelte. 

Non appena l’utente clicca su “Cerca”, il sito web inizia a comunicare con le API delle singole strutture ricettive. 

La ricerca viene completata in tempi estremamente brevi, e il cliente può usufruire di una panoramica degli alberghi disponibili in maniera immediata e senza sforzi!

Come funzionano le API o Application Programming Interface

Per quanto le API offrano innumerevoli vantaggi all’utente finale, sono necessarie principalmente ai programmatori, e possono fare la differenza in termini di produttività in azienda

L’Application Programming Interface viene di solito fornita dagli sviluppatori di un software affinché i programmatori di altre applicazioni o programmi possano fruirne liberamente.

È infatti proprio l’interfaccia di programmazione a determinare come le informazioni e i dati vengono ricevuti e restituiti tra i vari moduli. 

Google, ad esempio, pubblica le API per consentire ad altri programmatori di ancorare le proprie applicazioni ai suoi servizi, e a tale scopo impone uno standard specifico a cui ogni software esterno deve aderire.

Condizione fondamentale per poter rendere disponibile l’interfaccia di programmazione è quindi la standardizzazione, a prescindere dal protocollo utilizzato per lo scambio di informazioni.

Al contempo, qualora le API vengano adottate in azienda, è importante che l’utilizzo corretto dell’interfaccia venga illustrato capillarmente ai programmatori

Viene da sé che, ragionevolmente, le API vengono accompagnate da una specifica documentazione dettagliata legata alla sintassi e al funzionamento dell’interfaccia. 

Tipologie di API

Le classi entro le quali sono poste le interfacce di programmazione sono in linea generale quattro, e variano in funzione della relativa area di applicazione:

  • API orientate alle funzioni – Relativamente complesse, permettono agli sviluppatori di accedere ai componenti hardware, richiamando al contempo solo le funzioni
  • API orientate ai file – Consentono la connettività a livello di file, permettendo di interrogare ed elaborare i dati necessari
  • API orientate al protocollo – Impiegate per la comunicazione standardizzata tra programmi, pur essendo indipendenti dall’hardware e dai sistemi operativi
  • API orientate agli oggetti – Le più flessibili in termini di utilizzo

Le API possono essere distinte anche tra interfacce private e interfacce pubbliche.

Nel primo caso sono disponibili solo all’interno dell’azienda, e vengono impiegate per collegare funzionalità proprietarie in modo che sia i dipendenti che i clienti possano accedervi tramite reti private. 

Al contrario le API pubbliche sono accessibili a tutti, e possono essere comodamente utilizzate dagli sviluppatori di software. 

Google, Amazon, eBay, Facebook, Twitter e PayPal sono alcuni esempi di API pubbliche. 

Quali sono i vantaggi delle API

Le API consentono ai software di comunicare tra loro mediante protocolli, librerie e strumenti, e rappresentano uno dei canali di comunicazione più agili da utilizzare. 

Al contempo le interfacce di programmazione permettono di semplificare il design e l’architettura dei software, aggiungendo flessibilità e sicurezza, e permettendo altresì scalabilità e manutenzione nel tempo.

Le API rivestono un ruolo chiave e sono impiegate con successo dalla maggior parte dei siti web, applicativi digitali e dispositivi fisici.

Conoscerne il funzionamento è utile a prescindere dalla mansione lavorativa e dall’entità dell’azienda, sia per dialogare efficacemente con i membri del team di sviluppo e con i tecnici, che per sperimentare e automatizzare attività ripetitive attraverso semplici automazioni che, in misura minore, richiedono l’intervento umano.

Il tutto con conseguente risparmio in termini di tempo, che così può essere investito in attività differenti, ottimizzando la produttività.

Conclusioni

Adottare sistemi aperti e interoperabili è indispensabile per sfruttare appieno tutte le informazioni raccolte in azienda.

L’accesso ai dati crea la base per l’applicazione delle tecniche di Data Science.

I Data Scientist hanno bisogno di quante più informazioni possibili per poter realizzare analisi approfondite e sviluppare algoritmi di Machine Learning funzionali.

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